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La scultura rappresenta l' “Eterna primavera” di Rodin

Ora che i sensi in umiltà silenti
stan zitti come un giorno di scirocco,
ora che che solo l'istinto in cuor comanda
gli ultimi impulsi che s'agitano incostanti
tu lo sai cosa io possa ancora darti,
tutto il superfluo può solo infiammarti.

Non mi chieder le cose, ricche un giorno,
per le quali mi persi nelle mie follie,
quelle si sono calmate e la ragione
m'invita a non scavar nel tempo adesso,
oggi certi bollori e un certo ardire
dormir li lascio spesso
nei campi incolti degli ultimi desiri.

Raccogli gli acini di questo amor maturo,
fanne uva passa per il tuo offertorio
quel calice per me è troppo amaro
ora m'attende lento il passo
del mio penare lungo il purgatorio.

Muore nell'uomo adulto il desiderio
pur se nel petto sempre è vivo e bussa,
invano l'occhio guarda verso il cielo
le nuvole l'offuscano ribelli,
stendono sopra i monti lieve un velo
che spegne la lussuria e la libido
l'ira dal petto sale, e lo sconforto
piega quel forte sentimento antico
che s'agita nel petto e mi confonde
e gli anni andati allora maledico.

Salvatore Armando Santoro

(Donnas 5.8.2017 – 16,33)

 Franca Colozzo - 14/03/2018 09:43:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

La scultura di Rodin, con la sua forza prorompente e lo slancio impetuoso che lega i due giovani corpi, è l’immagine che meglio illustra la tua poesia. Rimembrare i tempi passati quando la giovinezza sprizzava ardore serve solo a farsi del male oppure a stemperare l’amarezza dell’età matura quando i sensi si assopiscono. E’ la natura che dosa sapientemente la capacità umana di amare e solo in essa si accendono o si spengono gli ardori, bilanciati poi da una più pacata serenità del vivere. Pensa a quanta gioia appagata puoi ancora cogliere nell’osservazione della natura! Buona giornata.

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